Aggiornamento mercati Marzo 2025
Tutto quello che sta succedendo sui mercati in maniera sintetica, per avere una visione chiara e completa dei propri investimenti
Continua la rivoluzione tecnologica
Il fattore più importante nell’ambito dell’economia globale, forse ancora più di chi risiede alla Casa Bianca, sono gli enormi investimenti delle grandi società tecnologiche nel campo dell’intelligenza artificiale. Queste società si trovano adesso a dover soddisfare aspettative molto elevate per quanto riguarda i ritorni sugli investimenti, cosa non sempre scontata e semplice. In un tweet di Gennaio Sam Altman, CEO di OpenAI (la società che ha creato ChatGPT) ha annunciato che stavano perdendo soldi sull’abbonamento pro (che costa 200$ al mese!) perché le persone lo usano molto più di quanto si aspettassero.
Inizia la guerra commerciale di Trump
Dal momento del suo insediamento, Trump ha proposto una serie di dazi contro praticamente ogni paese: Cina, Messico, Canada, Unione Europea, e così via. Bisognerà però vedere quanto questa sarà una strategia di negoziazione e in che misura sarà realmente applicata.
Crescono le tensioni geopolitiche
L’ultimo colloquio tra Trump e Zelensky non è stato dei migliori e Trump ha annunciato lo stop immediato degli aiuti all’Ucraina. Dall’altra parte, Zelensky sarebbe disposto a firmare un accordo sulle terre rare e si dice “pronto a lavorare con il presidente USA per la pace”.
La corsa al riarmo dell’UE
Ursula Von Der Leyen ha annunciato il piano ReArm Europe, un piano da 800 miliardi per potenziare le capacità militari del continente europeo. Il piano però sembrerebbe muoversi a cavallo tra un potenziamento degli eserciti dei singoli Stati e la creazione di una difesa comune.
FOCUS GUERRA COMMERCIALE USA
Cosa succederà ora che Trump impone dazi senza sosta?
I dazi danneggiano anche gli USA
I dazi doganali potrebbero rappresentare un’arma a doppio taglio, causando danni significativi a molti settori tra cui, ad esempio, il settore dell’automotive. Basti pensare che le importazioni negli Usa di componentistica e veicoli dal Canada valgono 57 miliardi di dollari e quelle dal Messico 147. Con i dazi il prezzo alla produzione e al consumo delle auto in Usa aumenterebbe aggravando la crisi del settore. Naturalmente l’impatto dei dazi sarebbe poi anche su tutti gli altri settori coinvolti.
Si crea incertezza sui mercati
È impossibile fare previsioni accurate (anche perché Trump cambia versione ogni settimana) sulle ripercussioni sui mercati, ma la prima conseguenza di una guerra commerciale è senza dubbio l’aumento della volatilità. Secondo Morgan Stanley, ogni aumento del 5% dei dazi potrebbe provocare una riduzione dell’1-2% dell’utile per azione dei titoli dell’S&P500.
Dazi generalizzati o specifici?
Fino ad oggi la maggior parte dei dazi è stata molto specifica. Ad esempio l’Unione Europea, tipicamente molto aperta al commercio, diventa più protezionista per alcuni prodotti, in particolare quelli agricoli. Le tariffe applicate ai beni agricoli importati arrivano al 10,8% contro il 5% medio: il doppio. Andando a scavare più in profondità, scopriamo che i dazi europei più alti sono quelli imposti sul tabacco (33,8% sulle sigarette) e sui vini non europei (32%). Sono elevati anche i dazi sull’import di cetrioli di mare, ricci di mare, acciughe (intorno al 25%), ed è evidente quindi che l’intenzione sia quella di usare i dazi per proteggere settori ritenuti strategici o importanti. Su altri settori invece i dazi sono molto contenuti, come minerali e petrolio, intorno al 2% (si tratta infatti di beni di cui l’UE ha bisogno e che non produce internamente). Imporre dei dazi generalizzati come quelli che Trump propone (ad esempio al 10% o 25%) invece andrebbe a generare un forte impatto per tutti gli attori economici, sia per le imprese che per i consumatori, in ogni settore.
I dazi rendono i consumatori più poveri
Secondo la Tax Foundation, tariffe al 25% per l’import da Messico e Canada e al 10% per quello dalla Cina produrrebbero una riduzione del tasso di crescita degli USA di lungo periodo dello 0,4% e la perdita di 330mila posti di lavoro a tempo pieno, anche senza analoghe misure ritorsive da parte dei Paesi interessati. Per il Peterson Institute for International Economics (PIIE), poi, le famiglie che fanno parte del 20% più povero degli Usa vedrebbero un calo del reddito disponibile del 2,7%, molto più dello 0,6% che colpirebbe il 20% più ricco. La ragione è che i meno abbienti destinano ai consumi, che diverrebbero più cari con i dazi, una porzione molto più grande delle entrate.
FOCUS REARM EUROPE
In cosa consiste il piano ReArm appena annunciato dall’Unione Europea?
Piano ReArm Europe da 800 miliardi di euro
Il piano è destinato a potenziare le capacità militari del continente di fronte alle crescenti tensioni internazionali e al progressivo disimpegno americano. “Viviamo nei tempi più cruciali e pericolosi, la vera domanda è se l’Europa sia preparata ad agire con la decisione che la situazione richiede“, queste le parole di Ursula Von Der Leyen. Il piano, però, si muove a cavallo tra un potenziamento degli eserciti dei singoli Stati e la creazione di una difesa comune.
Clausola di salvaguardia per il deficit
Il piano permetterà agli Stati membri dell’UE di aumentare la loro spesa per la difesa anche oltre il canonico limite del 3% di deficit senza incorrere nella procedura di infrazione europea. Come sappiamo, l’UE impone alcuni parametri in termini di bilancio pubblico da rispettare per mantenere “sana” l’economia dei vari paesi europei. Se questi non vengono rispettati, si incorre in procedure di infrazione e sanzioni.
150 miliardi di euro per investimenti militari condivisi
Non si tratta di finanziamenti a fondo perduto, ma di prestiti agevolati che dovranno essere restituiti. La particolarità è che questi prestiti saranno concessi solo per acquisti coordinati tra più paesi membri: invece di permettere a ciascuno Stato di comprare autonomamente i propri armamenti, spesso incompatibili con quelli degli alleati, il fondo incentiva acquisti comuni di equipaggiamenti standardizzati. Questo approccio consente sia di ottenere prezzi migliori (grazie ai maggiori volumi d’acquisto) sia di assicurare che i sistemi militari dei vari paesi possano cooperare in maniera più efficiente.
Coinvolgimento della Banca Europea per gli Investimenti (BEI)
La BEI, istituzione dedicata ai prestiti per progetti di sviluppo nei paesi UE, ha attualmente nel suo statuto limitazioni esplicite che impediscono investimenti nel settore militare. Il piano propone di modificare queste restrizioni, permettendo alla banca di supportare l’industria della difesa con prestiti agevolati e garanzie.
Al di là di tutto quello che abbiamo visto fin ora, mi concentrerò adesso sull’aspetto macroeconomico. L’economia mondiale dovrebbe continuare a crescere in misura moderata, ma le decisioni di Trump peseranno sicuramente sul futuro, accrescendo l’incertezza sia dal punto di vista finanziario che economico. A livello di politica monetaria, i tassi continuano la loro discesa ma le attese sono per una stabilizzazione nei prossimi anni, con una leggera crescita in alcuni paesi (grafico sotto a sinistra). Anche i bilanci delle banche centrali, dopo l’enorme crescita post-pandemia in cui le autorità hanno sostenuto i paesi con massicci acquisti di titoli di Stato, dovrebbero continuare la loro discesa (grafico sotto a destra). Fonte: J.P. Morgan.
Entrando più nel dettaglio sui tassi di interesse (tema che come sappiamo influenza in maniera molto pesante gli investimenti e dunque argomento a cui prestare grande attenzione), negli Stati Uniti le attese a lungo termine della Federal Reserve (e sottolineo della Federal Reserve, non del mercato), mostrano una riduzione e una stabilizzazione intorno al 3%. Il mercato invece, secondo i dati più recenti aggiornati al 28 Febbraio, si aspetta una stabilizzazione più alta intorno al 3,5% con un successivo leggero rialzo (linea tratteggiata viola nel grafico sotto). Naturalmente si tratta di proiezioni a medio-lungo termine e come sappiamo tutto può accadere: guardiamo ad esempio alla dinamica dei tassi nel 2020. Dal 2016 circa c’è stato un incremento, finché nel 2020 un evento del tutto imprevedibile (Covid) ha reso necessario un massiccio intervento delle autorità, che hanno azzerato i tassi (qui vediamo solo USA ma lo stesso è accaduto nell’UE).
SI continua quindi ad osservare con grande attenzione quella che sarà la politica monetaria sia in Europa che negli Stati Uniti. Ormai l’inflazione scoppiata nel 2022 è stata contenuta, ma le tensioni commerciali potrebbero tornare a stimolarla e dunque potrebbero essere necessari cambiamenti nelle politiche monetarie che oggi il mercato si aspetta.
Il prezzo da pagare per questa incertezza complessiva è la volatilità, infatti nelle ultime settimane abbiamo visto i principali indici di mercato muoversi parecchio, principalmente in negativo per i mercati degli Stati Uniti. Il principale indice azionario degli USA, l’S&P500, nell’ultimo mese ha perso il 4,67%, cancellando i guadagni realizzati durante il rally presidenziale e da inizio anno è in negativo dell’1,54%. Il Nasdaq, sempre negli USA, ha perso il 6% nell’ultimo mese e quasi il 3% da inizio anno. Si muove in maniera opposta lo StoxxEurope600, indice azionario composto da 600 delle principali aziende europee, che ha guadagnato il 3,75% nell’ultimo mese e il 9,41% da inizio anno.
Lo smaltimento di qualche eccesso, soprattutto negli USA, è assolutamente fisiologico: i mercati sono saliti parecchio nel 2024 e dunque un riassestamento è perfettamente normale. Questi movimenti “opposti” del mercato USA e UE però ci ricordano ancora una volta quanto sia importante diversificare i propri investimenti ed è per questo che consiglio sempre a tutti i clienti una diversificazione globale che vada a cogliere tutte le opportunità a livello geografico.
Best performer
L’azione di cui tutti parlano
Nel mese di Febbraio 2025 si è fatta notare Super Micro Computer, con una performance del +38,94%. Se escludiamo il calo negli ultimi giorni di Febbraio, dal 31 Gennaio al 21 Febbraio la plusvalenza sarebbe stata del +95%!
I termini “mercato toro” (bull market) e “mercato orso” (bear market)…
…descrivono rispettivamente le fasi di aumento e diminuzione delle quotazioni dei mercati finanziari. L’origine di questi termini è attribuita al comportamento degli animali: il toro attacca con le corna dal basso verso l’alto, simboleggiando un mercato in crescita, mentre l’orso attacca con le zampe dall’alto verso il basso, rappresentando un mercato in calo.
Come sempre rimango a disposizione. A presto!