Aggiornamento mercati Luglio 2024

Tutto quello che sta succedendo sui mercati in maniera sintetica, per avere una visione chiara e completa dei propri investimenti

Cos’è successo nel mondo…

I mercati crollano ma i dati sull’economia non sono preoccupanti

I mercati azionari, soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone, sono scesi in maniera piuttosto violenta negli ultimi giorni/settimane. Ci sono vari fattori che influenzano questi crolli, tra i principali: dati sul mercato del lavoro USA inferiori alle aspettative, rialzo dei tassi di interesse in Giappone, la FED (banca centrale USA) che non accontenta gli investitori e timori per una bolla sull’Intelligenza Artificiale.

L’inflazione rimane sopra gli obiettivi delle banche centrali

L’inflazione continua ad essere oltre gli obiettivi delle banche centrali, che però al momento tollerano questo eccesso. Rispetto ai valori di qualche anno fa l’inflazione è tornata ad un livello tutto sommato accettabile.

I tassi iniziano a scendere ma rimarranno più alti rispetto al pre-pandemia

I tassi di interesse sono scesi in gran parte delle regioni principali (la BCE ha già tagliato i tassi mentre la FED li ha lasciati invariati, ma il mercato si attende dei tagli nei prossimi mesi da parte di entrambe le autorità), ma in tutte le stime a medio-lungo periodo ci si aspetta che rimangano ben al di sopra dei livelli pre-pandemia

Biden lascia il posto a Kamala Harris

Biden si è ritirato dalla corsa alle elezioni in seguito a numerose pressioni interne al partito. Al suo posto si candiderà Kamala Harris. Grazie a questo cambiamento i donatori del partito (prima un po’ titubanti visti i dubbi sulla lucidità di Biden) hanno sbloccato centinaia di milioni di dollari in finanziamenti per la campagna elettorale, riaprendo così la sfida tra Democratici e Repubblicani.

FOCUS MARKET CRASH

Diamo una risposta a ciò che sta succedendo sui mercati

Timori su una possibile recessione USA

Uno dei principali driver di questo crollo sui mercati azionari sono i timori per una possibile recessione negli Stati Uniti, in seguito ai dati sul mercato del lavoro. In particolare, i dati di venerdì scorso sono stati inferiori alle aspettative (114 mila nuovi posti di lavoro effettivi contro 175 mila stimati e tasso di disoccupazione del 4,3% contro 4,1% previsto). In realtà molti altri dati sull’economia statunitense sono solidi e non fanno pensare ad una possibile recessione. Nell’ultimo trimestre l’economia è cresciuta più delle attese, sostenuta dai consumi dei cittadini statunitensi (che pesano per 2/3 del PIL USA). Fino alla settimana scorsa, Goldman Sachs dava una probabilità di recessione del 15% nei prossimi 12 mesi, oggi salita al 25% (ma comunque bassa per giustificare movimenti così intensi!).

La banca centrale statunitense (FED) è in ritardo?

Qualche giorno fa la banca centrale statunitense ha deciso di tenere invariati i tassi di interesse, mentre il mercato si attendeva già dei tagli. In seguito ai dati sul mercato del lavoro, la paura che si è innescata sui mercati è che la FED non si stia muovendo in tempo e che questa situazione di tassi elevati possa portare ad una recessione. In realtà non ci sono abbastanza dati per dire se la FED sia effettivamente in ritardo o meno. Anche anticipare troppo i tagli ai tassi di interesse potrebbe stimolare eccessivamente l’economia e far tornare un’inflazione elevata.

Rischio bolla AI

Dopo l’esplosione delle quotazioni di tutte le società legate al mondo dell’intelligenza artificiale forse ci si è resi conto che c’è stato un eccesso di euforia. Non mettiamo in dubbio la rilevanza di questo cambiamento tecnologico, ma prima di vederne i benefici sui bilanci delle aziende servirà tempo e il mercato non ha voglia di aspettare. Un elemento che ha contribuito ulteriormente al crollo è la concentrazione del mercato: negli Stati Uniti le big tech sono le società che pesano di più sui principali indici (S&P 500, Nasdaq), di conseguenza nel momento in cui anche solo una decina di aziende perdono valore, tutto il mercato ne risente in maniera più marcata.

Giappone sulle montagne russe

Il mercato azionario Giapponese è stato sulle montagne russe negli ultimi giorni. -25% in due settimane, +10% in un giorno. Si tratta del crollo peggiore dal 1987. Anche in questo caso si tratta principalmente di emotività. È vero che la banca centrale giapponese ha alzato i tassi di interesse per la seconda volta quest’anno (in Giappone c’è una situazione diversa riguardo l’inflazione), ma i fondamentali dell’economia non giustificano un crollo del 25% in due settimane. Anche in questo caso, dunque, meglio lasciar fare al mercato e aspettare che la volatilità si calmi senza prendere decisioni affrettate.

La mia analisi

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, abbiamo già approfondito la situazione nei box precedenti. Un aspetto ancora da approfondire riguarda il bilancio pubblico degli USA, che continua a crescere con un disavanzo pari al 6% (un livello senza precedenti in un periodo di disoccupazione così bassa). Entrambi i candidati alle elezioni non parlano di riduzione della spesa pubblica, anzi, si parla piuttosto di aumentare le spese e diminuire le imposte. Sarà un tema centrale da monitorare a medio-lungo termine.

Al possibile indebolimento negli Stati Uniti si contrappone la situazione in Europa. Il costo della vita non cresce più così marcatamente e l’economia europea sta entrando in una fase più favorevole, con una ripresa significativa della crescita, seppure da livelli molto bassi. La solidità del mercato del lavoro, l’incremento dei salari reali e risparmi ancora elevati dall’era pandemica sono fattori in grado di sostenere ulteriormente i consumi. La maggior parte degli analisti non si aspetta che l’Europa superi gli Stati Uniti, piuttosto potrebbe esserci una riduzione del gap tra le due potenze. Attendiamo ulteriori dati macroeconomici per poter valutare la situazione in Europa, anche se dobbiamo considerare che la BCE ha già tagliato i tassi di interesse e dunque si dimostra più “espansiva” rispetto alla banca centrale statunitense.

Quanto la crescita economica statunitense e la ripresa europea sono compatibili con un ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%? In linea teorica poco. Il calo dell’inflazione statunitense è in gran parte attribuibile alla stabilizzazione dei prezzi degli alimentari e dell’energia. Questi “effetti base” favorevoli si sono concretizzati con maggiore lentezza in Europa e ora concorrono al calo dell’inflazione primaria. Sia negli Stati Uniti che in Europa però l’inflazione rimane ancora ben al di sopra dell’obiettivo prefissato dalle autorità monetarie. Con tutta probabilità assisteremo ad un’inflazione più elevata del normale ancora per un po’ di tempo.

In Asia ci sono ancora pochi segnali di ripresa significativa della Cina. Il governo ha annunciato ulteriori misure di stimolo (rimozione della soglia minima sui tassi ipotecari, la riduzione degli acconti richiesti, ecc.) ma il problema del settore immobiliare rimane ancora centrale. Se la Cina rimane in difficoltà, così non è per altre economie emergenti che invece stanno beneficiando degli spostamenti delle catene produttive di numerose multinazionali. Per quanto riguarda i movimenti di breve termine, soprattutto in Giappone, abbiamo già approfondito nel box sopra.

Market Mover

I principali eventi geopolitici che influenzano il mondo

Elezioni negli Stati Uniti

Nel giro di pochi giorni lo scenario è cambiato completamente: prima con l’attentato a Trump, poi con il ritiro di Biden dalla corsa. Le elezioni presidenziali possono causare movimenti nei mercati a breve periodo ma non bisogna dimenticare che i due market mover più forti sono i dati di bilancio delle aziende e i dati macroeconomici/monetari.

I conflitti non muovono più i mercati come prima

I legami economici dell’occidente con la Russia sono stati significativamente ridimensionati e l’Europa ha stoccato grandi quantità di gas naturale liquefatto, così da attraversare l’inverno senza particolari impennate nei prezzi.

Top performer

L’azione del momento

Nel mese di Luglio 2024 si è fatta notare Stanley Black & Decker, la famosissima azienda statunitense che produce attrezzi e utensili da lavoro, con una performance del +36%. L’azienda ha superato le aspettative degli analisti e ha aumentato le prospettive di utili per il 2024.

Sapevi che…

Ad Agosto si va tutti in vacanza…

… anche gli operatori di mercato! Di conseguenza le attività di trading calano e la volatilità, di solito, aumenta perché a causa dei volumi ridotti anche piccole transazioni possono avere un impatto più significativo sui prezzi delle azioni.

I mercati da inizio anno

FTSEMIB
+5,49%

S&P500
+12,73%

NASDAQ
+13,61%

DAX 30
+5,32%

FTSE100
+5,87%

STOXX600
+4,04%

Come sempre rimango a disposizione. A presto!