Come costruire una pensione integrativa

È ormai chiaro ed evidente che i giovani di oggi, in futuro, non potranno contare su una pensione pubblica adeguata. Le pensioni che riceveranno saranno estremamente basse, non sufficienti a garantire uno stile di vita accettabile e dignitoso. Di conseguenza, sarà sempre più necessario trovare soluzioni alternative per integrare il reddito durante la vecchiaia.

Il tema delle pensioni è un argomento che tocca tutti noi in modo molto diretto e personale: rappresenta un disagio comune, poiché ogni anno versiamo contributi, sacrificando una parte significativa del nostro reddito, con la consapevolezza che non ci verrà restituita integralmente. Una delle questioni più dibattute riguarda il cosiddetto gap previdenziale, ossia la differenza tra l’ammontare della pensione che riceveremo e l’ultimo stipendio percepito. Per alcune categorie professionali, come ad esempio i liberi professionisti, questo divario può raggiungere il 50%: ciò significa che se il nostro reddito era di 2000 euro mensili, possiamo aspettarci di ottenere solo 1000 euro di pensione. Questa situazione risulta insostenibile, specialmente in una fase della vita in cui siamo più vulnerabili e abbiamo un maggiore bisogno di sicurezza economica.

Possiamo lamentarci quanto vogliamo, ma la situazione è questa. Quindi come fare per limitare i danni e arrivare più sereni all’età pensionistica?

La soluzione ideale consiste nel creare autonomamente la nostra pensione. Questo significa accantonare una quantità considerevole di denaro e far sì che questa somma lavori a nostro favore. È cruciale evitare di utilizzare questi risparmi nel corso del tempo, ma piuttosto investirli in modo da farli crescere e generare un reddito costante. In questo modo, possiamo colmare il divario previdenziale e garantire che il nostro tenore di vita rimanga stabile e confortevole anche durante il periodo della pensione.

Fase 1 – Piano di accumulo

Per costruire il proprio patrimonio una modalità decisamente molto efficace è il piano di accumulo. Grazie al piano di accumulo possiamo investire mensilmente una porzione del nostro reddito in modo sistematico e costante. Perché il PAC è così efficace? Perché ci permette di non lasciare i nostri risparmi inutilizzati su un conto corrente, ma piuttosto riusciamo a investirli e ottenere un rendimento (che viene fortemente amplificato nel corso del tempo grazie all’effetto dell’interesse composto). Inoltre, ci permette di limitare le oscillazioni del nostro investimento e ci aiuta ad evitare di cadere nei cosiddetti “bias cognitivi”, ossia errori che commettiamo involontariamente ma che possono pregiudicare la buona riuscita del nostro investimento (come, ad esempio, pensare di poter azzeccare sempre il momento giusto in cui entrare nel mercato).

Durante le prime fasi dell’investimento, dunque, è fondamentale massimizzare la crescita del patrimonio, reinvestendo i guadagni ottenuti (facendo attenzione alla tassazione!).

Fase 2 – Diversificazione del portafoglio

In seguito, una volta accumulato un capitale sufficiente, diventa fondamentale diversificare il portafoglio per assicurare un flusso di reddito sia stabile e prevedibile nel tempo. Quando si tratta di investimenti previdenziali, è consigliabile concentrarsi su titoli che dimostrano stabilità e che offrono dividendi affidabili, minimizzando così l’esposizione alle fluttuazioni eccessive che caratterizzano il mercato azionario.

Fondi pensione

In aggiunta, ci sono strumenti come i fondi pensione, che offrono vantaggi fiscali molto interessanti e ci permettono di accumulare risorse in modo costante nel tempo (proprio come i piani di accumulo). Versando regolarmente somme nel fondo pensione, possiamo sfruttare deduzioni fiscali e arrivare alla pensione con una rendita integrativa ulteriore. Questa soluzione è particolarmente utile per chi ha il TFR, che può essere versato all’interno del fondo pensione.

Idealmente quindi, la nostra pensione dovrebbe basarsi su tre pilastri: la pensione pubblica, la previdenza complementare e i nostri investimenti personali. Mentre sul sistema previdenziale pubblico non abbiamo margine di manovra, possiamo lavorare sulla previdenza complementare e sugli investimenti personali per costruire una pensione più solida.

Ad esempio, ipotizziamo di avere un reddito di 3000 euro e un gap previdenziale del 50%. Ciò significa che percepiremo 1500 euro di pensione pubblica, insufficienti per mantenere lo stesso tenore di vita. Se abbiamo accumulato 300.000 euro in un fondo pensione, questo ci garantirà una pensione complementare di circa 800 euro al mese. Se poi abbiamo anche 300.000 euro investiti, con un rendimento del 4% annuale, potremmo generare un ulteriore reddito di circa 1000 euro al mese.

Combinando questi redditi, potremmo arrivare a una somma mensile complessiva di 3300 euro, sufficiente per mantenere il nostro tenore di vita. Queste sono stime realistiche, ma richiedono pianificazione, pazienza e dedizione. Costruire una pensione solida non è un’impresa da poco, ma è assolutamente fattibile.

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